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20 giugno 2014

Il Bollettino dell'Accademia italiana di Stenografia dal 1934 al 1939 disponibile in formato digitale

Siamo grati a Boris Neubauer per la corposa documentazione digitale del "Bollettino dell'Accademia" relativo alle annate dal 1934 al 1939, che ha realizzato. Come pure la nostra gratitudine va a Gian Paolo Trivulzio che ce l'ha trasmessa per la pubblicazione.
Queste annate del Bollettino sono così disponibili per tutti sul nostro Sito alla voce di menù Biblioteca - Testi digitalizzati.

Carlo Rodriguez


Il Dott. Prof. Boris Neubauer, Presidente del Forschungs- und Ausbildungsstätte für Kurzschrift und Textverarbeitung (Centro per la formazione stenografica ed elaborazione testi) di Bayreuth E.V. (Germania)e ben noto a molti di voi anche per il suo contributo in occasione dei 90 anni di Flaviano Rodriguez, ci ha fatto dono dei volumi digitali da lui realizzati del Bollettino dell'Accademia di stenografia degli anni 1936-1939. Ringraziamo sentitamente Boris Neubauer per questo gradito ed utile dono: si tratta di un totale di ben 1311 pagine + oltre 100 tavole con immagini o segni stenografici.
La mole di dati ed informazioni contenuta in questi sei anni della nostra progenitrice non è sintetizzabile in poche righe ed invitiamo i lettori a scoprirla anche scorrendo i sommari dei vari numeri. Segnaliamo soltanto a titolo di curiosità l'analisi fatta da Aliprandi sulla frequenza di vocali e dittonghi (una delle diverse analisi da lui fatte), gli articoli sulle Note Tironiane, la collaborazione di molti studiosi italiani e stranieri, le dettagliate informazioni sulla dattilografia che in quegli anni acquisiva sempre maggiore diffusione ed importanza. Una miniera da cui trarre ancora oggi spunti ed idee per aggiornare e diffondere il nostro know-how.
Un contributo importante e fattivo alla realizzazione di quella biblioteca stenografica (in senso lato) digitale, vagheggiata dal progetto deciso dall'Intersteno e seguita dal nostro collega Carlo Eugeni. A noi rispondere con altrettanta generosità di contributi digitali.

Gian Paolo Trivulzio